Cari atei fate benissimo a presentare le vostre critiche agli illusi credenti: a pizzicare le certezze, grattare le convinzioni, corrodere le speranze, svelare vizi morali e fallace dialettiche di quei sempliciotti. Se non ci foste bisognerebbe inventarvi. Siete servitori del vero e ambasciatori dell’autenticità. Però…
Però quando fate questo encomiabile lavoro perchè mai avete quel sogghigno sulle labbra? Cosa c’è di tanto allegro nell’eliminare Dio dalla vita individuale e sociale? “Non fa freddo, sempre più freddo? Non fa buio, sempre più buio?” Che c’è mai da ridere e strepitare? Perchè quell’aria soddisfatta, quel petto rigonfio e mento proteso?
Dio è morto? Purtroppo, mi viene da dire. Nelle mie ore di dubbio — nelle mie tante ore — non c’è mai un accenno di soddisfazione. Mi sforzo di sorridere — come quando spingo fuori il gatto nel freddo inverno e lui che indugia sulla porta — ma non mi viene. Non sarebbe più umano un ateismo consapevole degli effetti della mortale negazione? Non sarebbe più autentico, rispondente alla natura umana?
Un pò di euforia ci può stare, soprattutto per chi ha incontrato una religione noiosa o arcigna. Ma mezz’ora dopo non ci si rende conto del disastro, del dis-astro? Senza Astro, dove si va? Buio, freddo. Non senso. Inutilità, Dubbi su di sè, sulla propria essenza: siamo davvero liberi? siamo davvero degli individui reali e consistenti? Dubbi sulla realtà: il mondo è vero o è forse un sogno? Dubbi sul valore di vivere: quali norme, quale bene seguire? e questa ingiustizia radicale che lascia fuori dal banchetto tanti consimili? Dubbi su ciò che è positivo: a che pro tanto conoscere? e tutta quella bellezza altera e indifferente alla nostra piccola umanità?
La palla rotola e cancella ogni cosa. La macina livella ogni momento (memoria), gesto (azione) e investimento (attesa). Purtroppo non c’è creazione e intenzione, senso e salvezza. Purtroppo non c’è Dio. Siete d’accordo?