Oh Aton, fonte di luce e calore, sorgente della nostra vita, tu espandi energia in ogni angolo del nero vuoto. Generosamente risplendi senza mai fermarti. Sparisci all’orizzonte per poi tornare puntuale. Inclini i tuoi raggi e ci fai tremare, poi ti alzi maestoso e scuoti le nostre tempie. Ora vediamo il tuo volto, raggiungiamo la tua pelle, scorgiamo le tue vene e conosciamo le tue viscere. Esplodi, ribollì, muti in continuazione, eppure sei sempre lo stesso. Le tue fiamme inavvicinabili con la mano sono diventate vicine per il nostro occhio. Il nostro sapere ti ha denudato, ha tolto il velo dell’ignoto, la coltre di mistero; e l’incanto timoroso per il tuo essere si è sostituito con la meraviglia per gli effetti di cui sei capace. Sei forse diventato un fenomeno da fiera? Ohhh guarda che fiamme, ohhh che bello quel botto, ohhh ma che potenza, quanti hertz, quanti watt. Paghiamo un biglietto e il possente di un tempo ora è dietro una gabbia che fa mostra di sè, che esibisce i suoi muscoli per continuare il mito, per cercare di rimanere un venerabile sogno nelle nostre menti. Il nostro sapere toglie incanto alle potenze del mondo, le trasforma in ludiche meraviglie. Cambia la venerazione in gioco, la riconoscenza in previsione, l’attesa in statistica.
Ci manchi Aton, ci mancate forze della natura. Non siete più linguaggio, voce del mistero, volto dell’ineffabile. Ora vi numeriamo, facendovi diventare membri di una serie di equivalenze; vi chiamiamo con nomi presi dal mito (Caronte, Minosse…) denunciando così una nostalgia per quando non eravate solo forze misurabili. Sì è vero, non si può tornare indietro. Svelato il trucco, la magia svanisce. Ora ammiriamo solo l’abilità. Sappiamo! Lo strato del mondo che cade sotto i nostri strumenti è tutto ciò che abbiamo, non è più cifra o traccia di un senso nascosto. Tutto è in superficie. Tutto *è* superficie. Niente è lettera, parola, voce. Nessuno chiama, nessuno parla con i segni del mondo. Siamo soli con il nostro sapere. Passanti tra forme passeggere. Forme di passaggio in un vorticare di coriandoli. Il senso, che ci sia un senso, e che sia da cercare e scoprire, non è possibile. Forse ha senso chiedere ai coriandoli di carnevale: dove andate? Che ci fate qui? Perchè questo vostro movimento, questi incontri e scontri con altri coriandoli? Il senso è solo questo vorticare insensato.
Eppure, caro Aton, qualcosa mi dice che non è tutto. Siamo esseri di linguaggio e non desistiamo a riconoscere tracce di parola tra i suoni e i rumori. Abbiamo denudato il re ma anche così nudo continua ad emanare nobiltà. Più scaviamo nella miniera del sapere, più diamanti troviamo. Diamanti di bellezza, di ordine sempre più sottile, di fascino per un mistero intelligibile, e quindi intelligente. Proprio così nudo, Aton, porti la consapevolezza e la meraviglia a un nuovo livello. Le parole da decifrare aumentano di grado. La scienza diventa mistica. Più scienza, più fede nel senso. Oh Aton, luce e calore, vita della nostra vita, risplendi in sempre più cuori, rifulgi in sempre più menti. Allontana il gelo e l’ombra di arida morte. Il tuo nuovo giorno è appena iniziato.
– Mi accorgo con ques’ultima immagine che questo testo calza a pennello con il film “Sunshine”, DA VEDERE.
– Testo ispirato dalla foto pubblicata nel sito della NASA: http://www.nasa.gov/mission_pages/sunearth/news/gallery/Dbl_prom.html
Double Prominence Eruptions The Sun erupted with two prominence eruptions, one after the other over a four-hour period on Nov. 16, 2012. The action was captured in the 304 Angstrom wavelength of extreme ultraviolet light. It seems possible that the disruption to the Sun’s magnetic field might have triggered the second event since they were in relatively close proximity to each other. The expanding particle clouds heading into space do not appear to be Earth-directed. Image Credit: NASA/SDO/Steele Hill
(Fb Note 23-11-2012)